giovedì 28 novembre 2013

Tempi

Dopo aver parlato dei diaframmi, vale a dire della quantità di luce che si fa entrare all'interno di un obiettivo, descrivo a grandi linee la funzione dei tempi di esposizione.
Se desideriamo avere un soggetto mosso andremo verso dei tempi lenti 1/15 (un quindicesimo), 1/8 (un ottavo) di secondo ecc., oppure se vogliamo congelare il movimento di un soggetto utilizzeremo dei tempi veloci 1/000 - 1/2000 - 1/4000 di secondo.


Queste due foto che seguono sono state scattate con una focale fissa di 135 mm a 1/250 di secondo, come potete osservare i soggetti sono fermi non si intravvede nemmeno il movimento dei remi.
Il tempo abbastanza veloce ha consentito di congelare il movimento ma non sarebbe bastato per riprendere una macchina in corsa. Quello che voglio dire è che non c'è un tempo di esposizione che va bene per tutto bensì dobbiamo valutare la velocità del soggetto, la distanza a cui stiamo da esso, la focale usata.

                                                        Franco Olivetti - Roma Tevere 1985

                                                         Franco Olivetti - Roma Tevere 1985


Andiamo a vedere la prossima immagine, si tratta di cavalli in corsa, qui si è voluto il mosso e in questo caso particolare si tratta di un "Panning" vale a dire un mosso a seguire i soggetti, si avrà cosi un effetto movimento sullo sfondo e il soggetto principale nitido. Come potete osservare il tempo usato di 1/60 pur essendo abbastanza veloce per avere questo effetto, nel caso dei cavalli molto veloci e abbastanza vicini all'obiettivo, fa si di avere mosse le zampe, lo sfondo e quasi fermi i corpi. In ogni caso quando si fanno questo tipo di riprese è il caso di fare più scatti con tempi diversi.

                                                       Franco Olivetti - Roma Capannelle 1985


Un altro tipo si mosso può essere ottenuto scuotendo la macchina al momento dello scatto, 1/8 di secondo è bastato per avere la seguente immagine.
                                       Franco Olivetti - Roma Caracalla 1985 - Gara dilettanti



Il mosso più semplice da realizzare è quello nell'esempio che segue. Inquadrate l'ambiente a 1/30 di secondo, in questo caso con un grandangolare, la giostra verrà mossa per via del tempo lento.


                                                   Franco Olivetti - Roma Villa Lazzaroni 1993


A presto
Franz



venerdì 15 novembre 2013

Diaframmi - Tempi - Sensibilità - 1

Cosa è un diaframma? A cosa serve?
In fotografia il diaframma è un'apertura posizionata all'interno dell'obiettivo che fa passare più o meno luce a seconda del valore impostato.

photo courtesy Wikipedia
 Quasi nella totalità delle macchine fotografiche quando inquadriamo abbiamo una visione a tutta apertura, il diaframma rimane aperto facendo intravedere le lenti per intero, il diaframma si chiude al momento dello scatto per tornare immediatamente in posizione di tutta apertura.

photo courtesy Wikipedia

 Da questa animazione potete vedere i diaframmi più consueti negli obiettivi cosiddetti normali luminosi che vanno in questo caso da 1,8 a 22, nel primo caso entra luce in tutto l'obiettivo (tutta apertura) nel secondo a 22 sfruttiamo solo una piccola porzione centrale delle lenti alla massima chiusura di diaframma.
Normalmente nei tanti zoom esistenti i diaframmi vanno da un valore 4 a 22 in alcuni casi da 3,5 a 22 ove 3.5 è un valore intemedio tra 2,8 e 4.
Nelle macchine digitali appaiono altri diaframmi che altro non sono che valori intermedi (di 1/3 di diaframma) tra quelli che definiscono uno stop (vedremo in futuro cosa voglia dire).

Roma 2002 - Franco Olivetti

Prendiamo per esempio un prato bene illuminato dal sole con la macchina impostata a 100 asa,  corrisponde la situazione ad un certo valore luce, in questo caso 14. Ogni situazione con un minimo o un massimo di luce corrisponde ad un relativo valore luce chiamato EV che sta per valore Esposimetrico. In questo caso deciderei di usare per esempio la combinazione 1/125 di secondo a 11 di diaframma.




Ho realizzato questa tabella semplificata che corrisponde appunto a questa situazione. Potrei scegliere a 100 asa di usare oltre a 1/125  11  tutte le altre combinazioni più probabili, nel caso dei tempi più lunghi come 1/15 di secondo a 32 avrei bisogno di un cavalletto per evitare il micromosso. Facciamo finta di avere con noi un cavalletto e di usare tutte le combinazioni proposte nel riquadro di sinistra posizionando a infinito la messa a fuoco, avremmo in ogni caso sempre la stessa immagine.
Cosa succede? Ogni volta che passiamo da un tempo ad un altro faremo passare meno o più luce dimezzando o raddoppiando il tempo di esposizione, relativamente il diaframma dovrà essere aperto o chiuso per far passare il doppio o la metà della luce.
Nella tabella a destra vedremo che se nella stessa situazione decidiamo di usare 200 asa avremo i valori spostati di un livello in quanto 200 asa ha il doppio della sensibilità alla luce.
Quando parlavo nel post di matematica mi riferivo a questo, nel caso della sensibilità si raddoppia questa capacità passando da 100 a 200 a 400 a 800 a 1600 a 3200 a 6400 e cosi via raddoppiando il valore di volta in volta.
Quale è allora la necessità di avere tutte queste combinazioni?

Abruzzo 2006 - Franco Olivetti




Profondità di campo Nel caso in cui vogliamo una foto a fuoco nel primo piano fino a infinito dovremo chiudere il più possibile il diaframma verso i valori 16 o 22 meglio ancora se usate il grandangolare. Perchè succede questo? E' un fatto ottico di costruzione delle lenti che non ho mai in verità troppo approfondito (essendo fotografo e non ingegnere ottico) sfruttando la parte centrale delle lenti di un obiettivo si useranno meno superfici concave e convesse dei cristalli bensì le parti più piatte e vicine tra loro, questo fa sì che la messa a fuoco sia ottima in primo piano fino ad infinito.
Un consiglio quando realizzate un paesaggio fate si che in primo piano ci sia qualche cosa che dia il senso di profondità, una persona, un animale, una pietra, un albero ecc. nel caso dell'esempio in basso è bastata una pedana in legno.

Cirò Marina 2011 - Franco Olivetti

A presto
Franz

giovedì 14 novembre 2013

Dal 1978 al 2013

Presento questo mio blog con un brevissimo post pubblicando una delle mie prime fotografie e una delle ultime, un salto nel tempo di 35 anni in cui la fotografia ha accompagnato giornalmente la mia vita.

Questo blog vuole essere un percorso nel digitale con immersioni nell'analogico, metterò a disposizione la mia esperienza trentacinquennale consapevole che per acquisire tutta la tecnica non basterebbero in realtà un paio di vite.

Non lesinate commenti, pareri, suggerimenti, sono qui per crescere ancora insieme a voi.

1978 Sgurgola - una delle mie prime fotografie - scansione da diapositiva - Zenit E    

 



Zenit E reflex russa la mia prima macchina comprata a 35.000 lire nel 1978
Appignano 2013 - una delle mie ultime fotografie - file digitale - Nikon D700 - scelta da National Geographic

Nikon D700 la mia ultima reflex digitale acquistata nel 2012

A questo post introduttivo ne seguirà uno dove inizieremo a parlare di tempi, diaframmi e sensibilità alla luce, variabili che tra loro hanno una stretta scienza, la matematica, a presto,
Franz